Nel nostro sistema solare, ogni pianeta esegue una nota.
Trattandosi di frequenza molto basse, le note "suonate" dai pianeti del nostro sistema solare, risultano ben lontano dalla soglia dell'udibilità (da ventisei a trentasei ottave più gravi delle note più basse di un pianoforte, vedi lo schema più in basso) ed in ogni caso, il vuoto quasi assoluto che si pone fra noi ne impedirebbe la percezione.
Tuttavia, forse per una strana coincidenza, i pianeti del sistema solare eseguono una melodia che, anche se leggermente stonicchiata, potrebbe ricordare una delle progressioni armoniche più semplici e diffuse nella musica (tonica,sottodominante, dominante, tonica).

pianeta
nota
intonazione
accordatura
ottava
MERCURIO
DO diesis
crescente
+33 cent
ottava -27
VENERE
LA
crescente
+10 cent
ottava -29
TERRA
DO diesis
calante
-31 cent
ottava -29
MARTE
RE
calante
-25 cent
ottava -30
GIOVE
FA diesis
calante
-13 cent
ottava -33
SATURNO
RE
crescente
+12 cent
ottava -34
URANO
SOL diesis
calante
+1 cent
ottava -36
NETTUNO
SOL diesis
crescente
+32 cent
ottava -37
PLUTONE
DO diesis
crescente
+26 cent
ottava -37


La terza colonna indica se l'intonazione del pianeta è sopra o sotto la nota eseguita.
La quarta colonna dà un'indicazione della "stonatura" (un cent è un centesimo di semitono).
Nella quinta colonna è indicata l'ottava d'intonazione del pianeta (nel pianoforte, l'ottava più grave è per convenzione l'ottava -1, mentre le note più acute della tastiera sono dell'ottava +6)

Il merito del pianeta più intonato spetta ad Urano. I più "stonati" sono in ordine Mercurio, Nettuno e in terza posizione la Terra. Il "diapason" o più correttamente l'intonazione media nella quale è accordato il sistema solare è di 441,27 Hz, ciè solo cinque centesimi di semitono sopra il nostro tradizionale LA fissato per convenzione a 440 Hz. (Cinque centesimi di semitono di differenza sono percettibili solo da un discreto "orecchio musicale") E' interessante osservare che nonostante i tentativi di unificare le intonazioni delle orchestre sullo standard dei 440 Hz, ancora nel 1967 alcune formazioni importanti (Orchestra Rai di Torino=443 Hz, Orchestra Rai di 445 Hz, Orchestra Scarlatti di Napoli 445 Hz) erano intonate con un diapason ben più acuto del nostro sistema solare (fino a +19 centesimi di semitono sopra il La=440)






L'armonia planetaria non è una ipotesi irreale o in qualche modo irrazionale di interpretare il moto dei pianeti, ma al contrario un concetto basato su leggi fisiche. Il principio è semplice: ad ogni corpo con un oscillazione periodica regolare corrisponde una frequenza (in oscillazioni al secondo) e quindi una precisa nota musicale.
La formula matematica per il calcolo della nota è la seguente

dove F è la frequenza dell'oscillazione del pianeta (nel nostro caso, per oscillazione intendiamo la rotazione attorno al sole), n(semit) è l'intervallo musicale in semitoni a partire dal DO0, (32,70 Hz di frequenza, il Do più grave della tastiera di un pianoforte).



Il Suono dei nostri pianeti




La tastiera raffigurata in alto nella figura, è un'ipotetica tastiera di 12 ottave dove possono essere collocate le frequenze di oscillazione dei pianeti. Per poter arrivare a delle frequenze udibili, dovremmo all'incirca triplicare l'estensione di questa tastiera (come raffigurato nella parte bassa dell'immagine) per poi finalmente accostare un pianoforte a coda reale.




Per rendere ascoltabili le note, innanzitutto è necessario trasportarle in un range udibile: ecco come risultano le note eseguite dai pianeti (in ordine da Mercurio a Plutone) in notazione musicale tradizionale dopo esser state trasportate di 36 ottave


 



 

 Per poter cogliere una melodia, le note devono essere poter essere inserite tutte nell'ambito di una o due ottave al massimo.



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